Cari attori, lavoratori dello spettacolo, teatri e “teatranti” italiani,
dopo la prima e forse propagandistica edizione del 2010 quest’anno in Italia il 27 marzo non ci sarà la Giornata Mondiale del Teatro. L’ha deciso il comitato scientifico organizzatore perchè “non c’è nulla da festeggiare“. Insomma pochi decidono per molti e piccole iniziative come quelle Maurizio Scaparro non bastano a salvare il teatro, a far riflettere ancora questo Paese. E’ vero che il teatro è in un momento difficilissimo ma non mi sembra una motivazione plausibile e accettabile per affondarlo definitivamente e schiacciarlo.
Questa scelta, condivisa dal governo, è paradossale non solo perchè quest’anno si festeggiano i 150 anni dell’unità d’Italia ma per mille altri motivi tra cui quello più effimero: la RAI trasmette ogni giorno in tv spot come “Fratelli d’Italia, Viva i nostri dialetti” che riguardano il teatro e la nostra lingua. Non è questa forse una forma subdola di strumentalizzazione e propaganda? Se il teatro come la televisione ed il cinema ha unito gli italiani perchè ora viene completamente abbandonato?
La compagnia Eventi Culturali ha già raccolto per il 27 Marzo circa 141 compagnie nazionali che si occuperanno del teatro ragazzi, un importante momento per i giovani e non solo che rischia di scomparire dalla scuola e dai teatri.
Da spettatore e amante del teatro lancio un invito aperto ai teatranti ed ai teatri italiani dai più grandi a quelli più piccoli di provincia di fare da sè come hanno sempre fatto, di organizzare autonomamente una giornata da dedicare al teatro per aprire veramente le porte del palcoscenico al pubblico. E, almeno quest’anno, il giorno 27 marzo, seguendo uno spirito nazionale, di unirsi insieme alle compagnie in produzioni spontanee e autonome senza chiedere scambi di favori, di chiamare gli attori a fare anche solo 10 minuti di monologo. Di uscire dai teatri e andare in piazza per cacciare il fantasma dell’indifferenza e poi tornare in palcoscenico per abbatterlo definitivamente come hanno già fatto in alcune occasioni. E di farlo senza celebrare più estenuanti funerali alla cultura ma con gioia, coinvolgendo le persone per emozionarsi insieme ancora una volta.
Organizzate questo giorno in maniera gratuita magari con eventi “a cappello”, fatelo soltanto per amore del teatro e del vostro lavoro che è sempre più tormentato non solo per i personaggi che interpretate.
Dario Salvelli
https://bit.ly/27marzo